Fabbriche attraenti: un nuovo turismo
rilancia il Biellese

Il progetto Dal tessile all’agroalimentare il territorio si prepara a raccontare la sua storia imprenditoriale. Sarà uno strumento di marketing per le aziende

Raccontare le storie di successo e il valore dell’innovazione dal Tessile all’Enogastronomia, così le fabbriche diventano luoghi da visitare e strumenti di marketing per attrarre il turismo. E’ questa la nuova sfida lanciata dalla Regione Piemonte che il Biellese è pronto ad affrontare.

Laura Zegna, presidente della Commissione Turismo di Confindustria Piemonte, commenta l’importante risultato nato grazie al dialogo con l’assessore regionale Marina Chiarelli: «Al progetto si pensava già da qualche tempo in stretta collaborazione con Visit Piemonte. Ora è diventato più concreto. A livello regionale, infatti, continuiamo a lavorare per valorizzare la ricchezza del nostro patrimonio storico e attuale. Un esempio in questo senso è il grande successo di Fabbriche Aperte. Oltre ad aver avviato la mappatura del patrimonio subalpino del turismo industriale, Confindustria Piemonte parteciperà alla Borsa del Turismo Industriale di Bologna dove avremo la possibilità di presentarci ai Tour operator nazionali e stranieri».

Questo è un tema caro a Laura Zegna: «Nel Biellese abbiamo la fortuna di aver già lavorato su tanti aspetti: è attiva la Rete degli Archivi che ha svolto un lavoro approfondito; il DocBi è una realtà storica del nostro territorio, quindi possiamo dire di essere già abbastanza pronti ad accogliere un turismo destagionalizzato di questo genere. Pensiamo anche a Museimpresa,  l’associazione nazionale della quale da tempo  fanno parte già molte realtà locali. Un esperimento felice, inoltre, è stato fatto lo scorso anno con il Giro d’Italia durante il quale abbiamo organizzato il primo Giro d’impresa. All’operazione, condotta dall’Uib, avevano aderito 17 realtà e aveva riscosso un buon  successo dando un segnale molto forte nella direzione in cui andare. Il territorio ha un’occasione in più di aprirsi, per svelare il patrimonio industriale di oggi e del passato e, in certi casi, di mostrare il modus operandi direttamente nei reparti ove possibile, naturalmente con tutte le attenzioni in materia di sicurezza e privacy. Questo ci consente di far conoscere le nostre radici ma pure gli impianti industriali all’avanguardia di cui disponiamo, pensando soprattutto ai giovani e al nostro futuro».

L’anno scorso, con Torino capitale della Cultura d’impresa, Biella aveva risposto con entusiasmo all’iniziativa. «Ora si tratta di continuare a lavorare perché questo nuovo prodotto turistico è vincente. Il Piemonte ha un tessuto industriale che può offrire molto. Vedere come nascono le cose, dalla birra al biscotto fino al tessuto, è un’operazione di marketing che giova anche alle stesse aziende soprattutto se porta a un prodotto finito come avviene nei bookshop dei musei. Il concetto del bello e ben fatto, di cui l’Italia va fiera, si può trasmettere anche a chi è curioso di conoscere le origini fino all’ultimo grado di innovazione. Oggi ci sono strumenti molto efficaci che possono raccontare e trasmettere comunque l’atmosfera dell’ambiente di lavoro, le caratteristiche e il valore aggiunto di un capo, la qualità delle materie prime usate, parlando di tessuto, di vino o della tecnologia di un’officina meccanica. Lavoreremo su questa prospettiva».

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