PAROLE - Se l’assassino passeggia vicino a chi non deve

È sufficiente fermarsi a riflettere senza voler entrare nelle maglie di una giustizia che a volte si fatica ad accettare come tale. Il caso di Dimitri Fricano sta scuotendo l’opinione pubblica come e quando accoltellò la fidanzata Erika Preti. Perché le sue tre ore quotidiane di permesso suonano come il coltello, quel coltello, nella piaga di una famiglia che probabilmente, pur con tutti gli sforzi del caso, non riuscirà mai a riprendersi dalla morte della figlia. Per di più atroce, attraverso le mani di chi con lei doveva condividere un tratto di vita. Non riuscirà mai perché se un figlio che se ne va deve essere un dolore lancinante, un figlio che se ne va in quel modo è un dolore impossibile. E non riuscirà mai oggi, vedendo l’assassino riconosciuto di Erika passeggiare in centro come un normale cittadino. Proprio perché se anche ci stesse provando a riprendersi, quella sagoma che si para davanti diventa il parallelo di una macabra immagine pure lieve anche per quelli che si devono chiamare incubi.

Resta aperto il dibattito se la pena debba essere punitiva o rieducativa e prima ancora quello sulla certezza della stessa. Qui sembra tutto ribaltato, e non è necessario avere gli occhi bagnati di lacrime dei genitori di Erika. Nessuno vuole togliere il legittimo diritto alle cure ad un uomo, ma il fatto che quell’uomo possa passeggiare indisturbato, prima di aver scontato tutta la sua pena, di fianco al dolore di una mamma e di un papà finisce per diventare, davanti al buon senso almeno, una libertà insostenibile. Rischiando di essere una condanna smisurata per chi soffre e pensava che l’unica possibilità di incontrare l’omicida della figlia fosse in carcere e non dal tabacchino sotto casa. Perché la domanda che ci si deve fare, senza essere giustizialisti o garantisti, è come sia mai possibile che non vi fosse una soluzione diversa per le cure di un 35enne che ha ucciso la fidanzata con 57 coltellate? Servirebbe una risposta. Da dare a due genitori, che farebbero a meno di aggiungere rabbia al dramma, e un po’ a tutti.

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